In vista del pellegrinaggio dell’Anno Santo della Fraternità San Pio X che si svolgerà a Roma il 20 agosto 2025, la rivista Nouvelles de Chrétienté offre ai suoi lettori una presentazione delle basiliche maggiori che saranno visitate nel corso di questo pellegrinaggio.
In questo numero, iniziamo con la basilica di San Giovanni in Laterano.
Un po’ di storia: la nascita della Roma cristiana
Roma era anticamente la capitale dell’impero pagano. Città di cultura, di orgoglio e di sensualità, Roma era anche la città della schiavitù e del politeismo. San Pietro l’ha scelta per farne la sede della Chiesa e il punto centrale del Regno di Cristo.
I primi cristiani hanno conquistato questa terra con il loro sangue. Le catacombe erano cimiteri sotterranei comprendenti a volte sei o sette piani. Secondo il Diritto romano, i cimiteri erano inviolabili. È per questo che la vita clandestina della Chiesa ha potuto svilupparvisi. Vi si celebravano i Santi Misteri, e vi erano inumati i martiri.
Il Colosseo, il cui suolo fu bagnato dal sangue di tanti martiri, poteva contenere 80 000 spettatori. Questo edificio colossale è in larga parte ancora integro. Durante il Medioevo, vi fu eretta una croce e, ogni anno, vi si faceva una commovente via crucis. Là, i pellegrini, di razze differenti e di lingue assai diverse, confessavano insieme «unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam », una sola e santa Chiesa cattolica e apostolica.
Dopo l’Editto di Milano (313) che accordava la libertà alla Chiesa, si costruirono le prime chiese e, progressivamente Roma divenne un magnifico centro cristiano dell’arte e della civilizzazione. Come fu possibile questa vittoria sulla Roma pagana, allora all’apogeo della sua cultura, forte delle sue migliaia di schiavi, delle sue molteplici divinità, e dopo tre secoli di persecuzioni?
Questa vittoria non fu possibile che grazie a una virtù che Cristo aveva predicato e che i primi cristiani praticavano: la carità. L’amore disinteressato era sconosciuto ai pagani, la cui vita era retta dalla ricerca delle ricchezze. Ed era dalla loro carità fraterna che si riconoscevano i cristiani: «Guardate come si amano!» È grazie alla carità che la Roma pagana è diventata cristiana.
Gli anni Santi
Il papa Bonifacio VIII (1294-1303) proclamò l’anno 1300 Anno Santo: al principio di ogni secolo, da quel momento era possibile guadagnare un’indulgenza plenaria a condizione di visitare le tombe dei santi Pietro e Paolo.
Poco dopo, il papa Clemente VI (1342-1352), che risiedeva ad Avignone durante quella che fu chiamata la «cattività di Babilonia dei papi», decretò che gli Anni Santi avrebbero avuto luogo ogni cinquant’anni. È così che nel 1350 ebbe luogo il secondo Anno Santo.
Il papa Urbano VI (1378-1389) ridusse l’intervallo a 33 anni, e il papa Paolo II (1464-1471) a 25 anni, regola dell’Anno Santo che si osserva ancora ai giorni nostri.
Le basiliche romane
Con la vittoria di Costantino sulle truppe di Massenzio (312 d. C.), il culto cristiano fu reso legale dal nuovo imperatore che aveva abbracciato la fede cattolica. Per questo le basiliche di San Giovanni in Laterano, San Pietro in Vaticano, e Santa Croce in Gerusalemme risalgono tutte all’epoca di Costantino.
Le chiese si distinguono basiliche, cattedrali, abbaziali, collegiate, chiese parrocchiali e oratori. Le basiliche sono le chiese di più alto rango in ragione della loro dignità o dei loro privilegi e vengono distinte in basiliche maggiori e basiliche minori.
Le basiliche maggiori hanno una porta santa che è aperta all’inizio del periodo giubilare e chiusa alla fine. Le quattro basiliche maggiori di Roma – San Giovanni in Laterano, San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore – sono con le tre basiliche minori – San Lorenzo fuori le mura, Santa Croce in Gerusalemme e San Sebastiano –, i santuari che bisogna visitare per guadagnare le indulgenze delle sette basiliche di Roma.

San Giovanni in Laterano
La prima chiesa della cristianità romana, la basilica del Laterano, è conosciuta come «madre e capo di tutte le chiese». È la cattedrale del papa. Fu consacrata al Santissimo Redentore e più tardi anche a san Giovanni Battista; è «l’antica chiesa-battistero di Roma», come scritto da Dom Guéranger in L’Anno liturgico. Anche se da secoli i papi non abitano più il palazzo del Laterano, la primazia della basilica sopravvive. È al Laterano che, ancora ai nostri giorni, ha luogo la presa di possesso ufficiale dei Pontefici romani.
Là si compiono ogni anno in loro nome, come vescovi di Roma, le funzioni cattedrali della benedizione degli oli santi del Giovedì santo e, il dopodomani, della benedizione dei fonti, del battesimo solenne, della cresima, dell’ordinazione generale.
Storia della basilica di San Giovanni in Laterano
L’arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei santi Giovanni Battista e Giovanni l’evangelista si trova in prossimità del Monte Celio a Roma.
Un’iscrizione in latino, sui due lati dell’entrata della facciata della cattedrale, precisa: Santa chiesa del Laterano, madre e capo di tutte le chiese di Roma e del mondo.
La sua fondazione nel IV secolo
L’origine della basilica è legata alla vittoria di Costantino sulle truppe dell’imperatore romano Massenzio grazie alla visione del segno della Croce, e all’editto di Milano, nel 313, con il quale la libertà di culto è stata riconosciuta ai cristiani, perseguitati nel corso dei secoli precedenti. Avendo invocato il Cristo salvatore mentre dava battaglia ai suoi nemici al ponte Milvio, a nord di Roma, Costantino riportò la vittoria. Egli pose allora l’Impero sotto la protezione di Cristo e volle manifestare la sua riconoscenza con l’edificazione di una basilica.
Costantino fece dono al papa san Melchiade (311-314) del denaro necessario e dei terreni che appartenevano alla famiglia Laterani prima di essere confiscati da Nerone. I lavori durarono fino al pontificato del suo successore. Su questi terreni furono costruiti una chiesa, un battistero e un palazzo, residenza dei vescovi di Roma fino al periodo avignonese.
Il 9 novembre, la Chiesa celebra la sua consacrazione. L’edificio, dedicato al Santissimo Salvatore, fu consacrato nel 324 dal papa Silvestro I (314-335), che convocò il primo concilio di Nicea (325). Poi, nel IX secolo, il papa Sergio III dedicò la basilica a san Giovanni Battista, e nel XII secolo, Lucio II vi ha aggiunto san Giovanni l’evangelista.
La processione d’intronizzazione del papa partiva dalla tomba del Principe degli Apostoli e terminava nella basilica di San Giovanni in Laterano con la presa di possesso della cattedra, in qualità di vescovo di Roma. Questo itinerario che passava vicino al Colosseo, luogo del martirio dei primi cristiani, e alla collina del Campidoglio, luogo del potere dell’Impero Romano e poi della municipalità di Roma, è documentato per la prima volta nell’858, con il papa Nicola I.
È nel 1350, durante il secondo Giubileo, che il papa Clemente VI aggiunse la basilica di San Giovanni in Laterano al percorso degli itinerari giubilari, dopo quelle di San Pietro e di San Paolo fuori le Mura. Santa Maria Maggiore è diventata in seguito la quarta basilica che i pellegrini dovevano visitare per ottenere l’indulgenza.
Nel 774, Carlomagno fu battezzato a San Giovanni in Laterano. Trentatré concili tra cui cinque ecumenici si sono tenuti nel palazzo contiguo alla basilica. Quando il papa Innocenzo III (1198-1216) vide in sogno san Domenico e san Francesco d’Assisi che sostenevano i muri di una chiesa sul punto di cadere, questa chiesa non è altra che San Giovanni in Laterano. Il sogno manifestava al papa la necessità per la Chiesa di autorizzare la fondazione dei loro nuovi ordini religiosi.
Una basilica abbellita nel corso dei secoli
Il piano attuale dell’edificio segue quello di Costantino ed è diviso in cinque navate. Restaurata dopo terremoti, incendi e saccheggi, la basilica è stata ricostruita quattro volte. Nel tempo è stata abbellita da opere d’arte di grande valore, grazie a delle donazioni.
Alla fine del XIV secolo, la corte pontificia cominciò a spostarsi al Vaticano, dato che la fortezza del castel Sant’Angelo garantiva una protezione formidabile in caso di pericolo.
Nel 1300, il papa Bonifacio VIII intraprese nuovi lavori in occasione del primo Giubileo. Un affresco dipinto da Giotto è visibile dietro il primo pilastro della navata a destra.
Il papa Innocenzo X comandò una riorganizzazione interna per il Giubileo del 1650, designando Francesco Borromini come architetto.
La navata centrale fu realizzata con delle proporzioni gigantesche, e le navate laterali con delle prospettive chiare. A partire dalla fine del 1702, le nicchie che Francesco Borromini pose nei pilastri, a forma di tabernacolo, accolsero le statue dei dodici Apostoli evocando la loro missione evangelizzatrice.

La Chiesa risplende in tutte le direzioni e sul mondo intero, è la Chiesa apostolica, fondata sugli Apostoli. Più vicino al transetto, san Pietro e san Paolo inquadrano la salita verso l’altare.
Al di sopra degli Apostoli vi sono i dodici Profeti dell’Antica Alleanza, per significare che l’Antico Testamento è illuminato dal Nuovo. Questi bassorilievi mettono in immagine la corrispondenza tra i due Testamenti. Quando si risale la navata, l’Antico si trova a sinistra, il Nuovo a destra: Giona esce dalla balena, il Cristo esce dal sepolcro; Mosè libera Israele, il Cristo predica agli inferi; Giuseppe è venduto dai suoi fratelli, il tradimento di Giuda; il sacrificio di Abramo, il Cristo sale al Calvario; il diluvio, il battesimo del Cristo; Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso, il Cristo sulla Croce.
Il papa Clemente XII (1730-1740) fece aggiungere la facciata in pietra bianca, in stile barocco, disegnata da Alessandro Galilei e completata nel 1734. Essa è coronata da quindici statue di sette metri di altezza. Il gruppo centrale rappresenta il Cristo circondato da san Giovanni Battista e san Giovanni evangelista. Le altre statue rappresentano i dottori della Chiesa.
Gli ultimi grandi lavori ebbero luogo con Pio IX, nel XIX secolo, che restaurò il tabernacolo e la confessione, poi con Leone XIII, che, tra il 1876 e il 1886, incaricò l’architetto Francesco Vespignani di demolire l’abside e di ricostruirla più indietro. In questa occasione, il mosaico di Jacopo Torriti fu smontato e rielaborato, prima di essere rimontato.
Le insigni reliquie
Le reliquie più preziose della basilica sono le teste di san Pietro e san Paolo, conservate in reliquiari d’oro e d’argento, poste nella parte alta del ciborio e visibili attraverso una grata dorata, sopra l’architrave che sorregge il tetto del tabernacolo gotico, progettato da Giovanni di Stefano nel 1367.

Questi busti-reliquiario furono realizzati all’inizio del XIX secolo, mentre gli originali, risalenti al 1370 sotto il pontificato di Urbano V (1362-1370), furono fusi alla fine del XVIII secolo per pagare l’indennità di guerra alla Francia napoleonica, in seguito al trattato di Tolentino del 1797.
L’altare pontificio ingloba un secondo altare in legno, sul quale, secondo la tradizione, l’apostolo san Pietro ha celebrato la messa. In effetti, da san Pietro a San Silvestro gli altari erano realizzati in legno, dato che i papi non avevano una residenza fissa a causa delle persecuzioni. Con la pace di Costantino, San Silvestro ritirò dalle catacombe l’altare di san Pietro e lo offrì alla basilica.
La Scala Santa
Sono i ventotto gradini che il Cristo salì nel palazzo di Ponzio Pilato a Gerusalemme, il giorno della sua condanna a morte, e ricoperti di legno dal papa Innocenzo III nel 1723 per proteggerli dall’usura. Riportata dalla Terra Santa, secondo la tradizione, da sant’Elena (249-328), madre dell’imperatore Costantino, la Scala Santa è attestata a Roma dal VI secolo. Si trova in un’antica parte del palazzo pontificio del Laterano, sistemata dal papa Sisto V (1585-1590).
Ventotto gradini di marmo bianco che Gesù salì dopo essere stato flagellato, coperto di sputi, deriso, coronato di spine e rivestito del mantello infamante, poiché questa scala accedeva al pretorio. I fedeli li salgono in ginocchio, meditando in silenzio.
È in cima a questa scala che ebbe luogo il dialogo tra Gesù e il governatore romano. «Tu lo dici, io sono re. Io sono nato e sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce1». (Gv 18, 37)
